8 dicembre 2021
Non è un editoriale
Per settimane, anzi mesi, ho cercato un argomento che suscitasse qualche riflessione da condividere con voi nel nostro abituale editoriale e, ancor più ambiziosa, speravo che qualcosa toccasse le corde di un qualsiasi sentimento tanto da scatenare l’ispirazione… ma nulla è arrivato!
Sarà il clima incerto determinato da questo subdolo Covid che non ci lascia “respirare” (nel senso più puro del termine) o la delusione del mancato cambiamento in meglio che le difficoltà di solito portano con sé, ma, di fatto, nulla, niente, rien!
Ad ogno modo, mi sono detta che avrei dovuto scrivere qualche riga, seppur in ritardo e senza l’abituale “trasporto”… la speranza che qualcosa di “ispirato” arrivi c’è e ci sarà sempre ed è con questo spirito e sentimento che accompagno questo ultimo scorcio di 2021 e mi propendo al nuovo anno che spero di trascorrere in vostra compagnia.
30 settembre 2020
Dovere
In questo caos di incertezza sanitaria, economica, sociale e meteorologica ho voluto ristabilire almeno l’ordine temporale/cronologico del mio editoriale sentendo forte il bisogno di qualche ritrovata certezza!! E sono di nuovo qui a scrivervi in settembre… seppur sul finire! 😅 I mesi trascorsi sono stati complicati o meglio, e credo di esprimermi a nome di tutti, sono stati decisamente pesanti!
Nelle lunghe settimane di lockdown la sfera emotiva e quella razionale si sono incontrate e scontrate su argomentazioni talvolta opposte altre complementari, poi l’apertura progressiva verso la “normalità, di fatto lungi dall’essere raggiunta, ha alimentato altri pensieri mettendo a dura prova le mie certezze.
Ho immaginato che l’esplicito disastro sanitario e scolastico a cui abbiamo assistito potesse in qualche modo risvegliare gli animi e le coscienze dei nostri politici riconoscendo finalmente gli errori commessi nei decenni e perpetrati da tutti i colori politici, ognuno dando la colpa al proprio predecessore ma di fatto colpevoli indistintamente non solo di non aver corretto il cammino verso il fallimento ma anche di aver continuato con tagli folli e proposte a dir poco indecenti. Non stiamo qui a farne la desolante lista, è sotto gli occhi di tutti! Il collasso che abbiamo vissuto ha di fatto investito proprio i due ambiti in cui sono stati operati, legislazione dopo legislazione, questi tagli e i peggiori sprechi del poco che rimaneva: la sanità e l’istruzione.
Salute e Istruzione vale a dire i due sistemi fondanti di uno Stato che si definisce civile, i due servizi che garantiscono ad un popolo dignità e prospettiva di futuro senza i quali non si può immaginare una Nazione che abbia davvero a cuore il benessere del suo popolo e non i suoi “elettori”; e che sia del tutto chiaro e senza alcun ombra di fraintendimento “benessere” inteso come espressione di assistenza e tutela per chi si trova in una condizione di sofferenza fisica, che ha bisogno di cure e sostegno psicologico, a cui venga alleggerito il carico burocratico, le trafile e le lungaggini impensabili ed improponibili di fronte a certi mali. “Benessere” inteso come garanzia di istruzione per tutti e in ambienti adeguati, strutture scolastiche degne di accogliere i nostri ragazzi, il futuro dell’Italia, e non immobili riadattati, troppo spesso pagati a dei privati (spreco assurdo!), è indiscutibilmente sciocco pensare di dotare le scuole di dispositivi digitali (palliativi dell’emergenza) fare didattica a distanza, integrata, telematica e non avere gli spazi e le condizioni per poterli adoperare. È come preparare una torta partendo dalla ciliegina. Che si smetta di spartire questa torta tra i politicanti! Oggi tutti dicono “sanità e istruzione prima di tutto” ma dispiace dirlo e fa rabbia ammetterlo ha tutta l’aria di una nuova campagna acchiappa consensi in uno scenario devastante e devastato. Dall’altra parte, mi auguro invece che si risveglino gli animi e la coscienza dei cittadini, degli italiani, che sappiano far sentire la propria voce anche e soprattutto denunciando quello che non funziona nel nostro sistema e nella nostra società perché è troppo comodo dire “sono solo, la lotta è impari!” ogni singola azione diventa moltitudine e quindi forza! Ognuno deve fare la propria parte senza chiedere favori, voti di scambio, favoritismi, ma per il bene della Nazione che è bene comune! Bene di tutti! Una nazione si fonda sulle azioni dei propri cittadini, le città sono pulite o sporche non solo per effetto degli operatori ecologici ma anche e soprattutto per i gesti di coloro che ci vivono, pagare il biglietto sui mezzi pubblici permette di mantenere efficienti e operative le società che le gestiscono, stesso dicasi per le tasse da pagare, e anche usare la mascherina difende gli altri e di conseguenza protegge noi stessi, lavorare professionalmente, in qualsiasi settore, produce qualità che genera un circolo virtuoso che finirà col portare benefici a tutti. Siamo tutti elementi di un ingranaggio e dipende da ogni elemento il funzionamento del nostro bel Paese. Fare il proprio dovere, ad ogni livello, è ciò che potrà spezzare il circolo vizioso in cui versa l’Italia oggi.
Dicembre 2019
Tra parole, note, storie, emozioni e sentimenti, ricordi e voglia di andare avanti senza guardarsi indietro sempre tenendo stretti gli insegnamenti del passato desidero continuare con cuore leggero e animo sereno, senza pesi né dubbi, ad andare avanti seminando le persone frustrate, rancorose e arrabbiate con la vita.
Novembre 2018
L’almanacco dell’educazione e del ripsetto.
Qualche settimana fa, mi è capitato un brutto episodio di estrema maleducazione in un contesto, quello sanitario, i cui operatori dovrebbero avere, il sorriso, il garbo e la pazienza di accogliere e assistere le persone/pazienti più di quanto non si debbano avere in altri servizi pubblici.
Non avendo la penna e il talento di Balzac, eviterò di entrare nei particolari del fatto riportando solo i momenti salienti e significativi di quanto accaduto: allo sportello per il ritiro dei famaci, dopo aver presentato la documentazione fornitami dalla stessa dottoressa che avevo di fronte (e che ha sbrigato la mia pratica) mi ritrovo sorprendentemente a gestire o meglio subire una crisi di esaltazione a dir poco teatrale.
La dottoressa con frasi sibilline e offensive, tra gesti sguaiati e scortesi, pretendeva un piano terapeutico che le avevo precedentemente lasciato e che, a suo stesso dire, non avrei dovuto ripresentare ai successivi ritiri del farmaco. Sebbene io continuassi con calma a spiegarle che lei stessa avesse dato indicazione di presentare solo un documento, cioè il suo, l’atteggiamento alterato e plateale è continuato in presenza di altri pazienti e ovviamente dei suoi colleghi, i quali a dire il vero sembravano mortificati e al tempo stesso abituati a queste scene(ggiate).
Non saprei dire chi o cosa mi abbia dato la “pazienza” di non restituirle lo stesso trattamento, forse la convinzione che certe situazioni debbano essere affrontate con calma e savoir-faire, che abbassarsi a livelli bassissimi di non-educazione e disumanità possa solo spingerci verso punti di non ritorno e verso uno stato primitivo delle relazioni tra esserli umani, per cui mi sono limitata a replicare con fermezza ai pessimi modi della dottoressa, ringraziando invece chi dopo di lei mi ha assistita come si conviene.
Le persone che, come me, si recano in qualsiasi presidio sanitario hanno già un bagaglio pesante da gestire, quello delle proprie malattie, della stanchezza fisica e psicologica, l’affanno di dover gestire la burocrazia lenta e spesso inutile e la paura del domani. Queste persone meritano tutto il rispetto possibile e non un trattamento come quello che ho ricevuto io. Mi rendo anche conto che il lavoro degli operatori non è sempre facile ma nulla giustifica e consente la maleducazione manifestata e l’offesa arrecatami con gesti e parole intolleranti e plateali come quelle della dottoressa.
Ho segnalato ovviamente a chi di competenza quanto accaduto ed è stato un sollievo ricevere la risposta, il conforto e la vicinanza della dirigente responsabile attraverso queste testuali parole: “Sono tantissime le volte che ricordo ai colleghi di approcciarsi ai pazienti con gentilezza e comprensione perché, quando arrivano da noi, ultimo anello della filiera dell’assistenza, quella deputata all’erogazione della terapia, sono ormai stressati dalle lunghe attese, dal peregrinare tra le varie strutture sanitarie , dalle preoccupazioni e dalla malattia. Chiedo scusa alla signora per quanto accaduto e di cui ne è stato chiesto conto alla dott.ssa […] nel contempo ringrazio per la segnalazione che sicuramente servirà da monito a tutti gli operatori e che dovrà essere presa come spunto per migliorare le nostre prestazioni.”
È confortante sapere che c’è chi raccoglie le nostre segnalazioni e difficoltà nel comune intento di voler migliorare le cose ed evitare che certe situazioni spiacevoli possano ripetersi, per questo la ringrazio vivamente.
Il mio augurio è che questi sgradevoli episodi, come molti altri di inciviltà e non professionalità, si riducano con il tempo fino ad azzerassi; tuttavia per arrivare a ciò è necessario che ognuno faccia la sua parte anche quella non facile di segnalare gli abusi, il mancato dovere, la trasandatezza, la non trasparenza delle procedure e tutto quanto porti alla decadenza sociale e civile delle nostre città e della nostra nazione. Tutti siamo chiamati ad essere cittadini attivi e costruttivi non soltanto criticoni passivi di quanto ci circonda!
Ottobre 2017
Sotto il segno di Lady Oscar.
Mi è stato detto che i miei scritti migliori nascono sull’onda di emozioni forti: felicità, incanto, gratitudine, sdegno, rabbia, amarezza… stati d’animo che, nascendo da situazioni quotidiane, investono la sfera razionale e danno vita a quelle considerazioni che condivido, qui, con Voi.
Se ciò fosse vero questo editoriale, ispirato da persone a me vicine, potrebbe essere davvero ottimo 😉!
Provo una profonda intolleranza verso l’inciviltà, l’ingiustizia o, ancora peggio la “cazzimma” (neologismo egregiamente spiegato dall’Accademia della Crusca e riportato dall’enciclopedia Treccani) che taluni “figuri moderni” mettono in campo a discapito di quanti invece vivono nella schiettezza, nella correttezza, nella lealtà e nella trasparenza. Detesto le persone manipolatrici, scorrette, subdole che pur di arrivare ai propri scopi calunniano, alimentano la discordia e confondono generando confusione, perché nel caos è più facile “ammacchiarsi”. Queste figure machiavelliche che orbitano in ogni sfera dell’esistenza e che trovano la massima espressione in ambito lavorativo offendono, tra le altre cose, l’intelligenza altrui credendo di non essere smascherate nelle loro meschine azioni e intenzioni. Non ho l’ipocrisia di nascondere i miei sentimenti né le mie considerazioni, le persone a cui penso in questo preciso istante sanno bene che mi riferisco a loro e sanno altrettanto bene che, se non posso evitarle, le tengo con cordialità ad una distanza minima di tolleranza necessaria alle situazioni lavorative adempiendo così ai miei doveri e all’educazione ricevuta. Ciononostante non posso e non voglio mischiarmi ai loro affari e nemmeno, nel modo più assoluto, essere a loro associata.
Detto ciò, lungi dall’essere presuntuosa o arrogante o peggio ancora supponente, non ho mai pensato di essere depositaria di verità assolute ed ho imparato, non senza scotto, a riconsiderare le mie opinioni qualora si fossero rivelate sbagliate, consapevole che certe considerazioni possono cambiare alla luce di nuove esperienze e diversi punti di vista. Spero sempre, credetemi, che una brutta impressione o giudizio su fatti e soprattutto persone, possa essere riconsiderata. Poche volte ho avuto la fortuna di scoprire una ricchezza di valori mal compresa.
Ahimé, sono cresciuta sotto il segno di madamigella Oscar, impavida, leale e onesta eroina manga che fino alla morte ha lottato per i propri ideali, aperta ai cambiamenti e pronta a correggere le proprie posizioni ma sempre sotto il segno della giustizia… sono certa che il fanciullino che è in me, legato ad una serie animata, verrà sbeffeggiato dai furbetti pieni di “cazzimma” di cui oggi ho forse anche troppo parlato, ma, in tutta sincerità, non nutrendo alcuna stima verso questi esseri, quel fanciullino continuerà per la sua strada sapendo di avere accanto persone desiderose di percorrere lo stesso cammino di irreprensibilità.