“Odorava di ragia, di fragaglia,
la costa di Cetara e d’Erchie sale
nella memoria, tesse i muri, impaglia
le pergole di agrumi: per le scale
dei monti svetta il bianco delle case.”

Alfonso Gatto

Incastonato tra il verde di una folta vegetazione ai piedi del monte Falerno e l’azzurro di un mare dalle acque cristalline, questo piccolo e antico borgo di pescatori della costiera amalfitana ha saputo conservare il fascino della tradizione marinara e il meglio di un tempo passato. In una serata infuocata da temperature infernali, abbiamo organizzato una fuga per staccare dal caos e dalla calura della città e per godere del fascino di questo luogo, a me noto solo grazie innumerevoli servizi dedicatigli. Il suggerimento arrivato, come al solito, dal mio geniale amico del cuore (che sa organizzare alla perfezione momenti di break come pure grandi viaggi) ha trovato un consenso unanime! Dal piccolo e pittoresco porto, dove ormeggiano i pescherecci e i gozzi dei pescatori, un simpatico e spontaneo barcaiolo ci ha traghettati verso la spiaggia e il ristorante prescelto. Il tratto navigato è stato spettacolare: le case illuminate e arroccate nell’insenatura rocciosa, il riverbero delle luci nell’acqua appena mossa dalla nostra imbarcazione e la torre saracena che troneggia e si eleva a guardia del borgo, si sono svelati in tutto il loro fascino e suggestione.  

Al nostro arrivo siamo stati accolti con garbo e cordialità discreta in un piccolo angolo di pace e frescura abbracciati da una rigenerante brezza marina, la fame ormai sollecitata da una cucina a vista e stata appagata e decisamente coccolata dal sapore autentico e gustoso dei prodotti del mare e delle pietanze sapientemente preparate nel rispetto della tradizione ma con il giusto punto di modernità. Ovviamente non poteva mancare la bruschetta burro e alici, i famosi spaghetti con colatura di Cetara DOP e l’altrettanto celebre tonno della zona, il tutto condito dalla compagnia perfetta…Che capolavoro di serata!

Cetara mi ha incantata per la lentezza dei suoi ritmi e la consiglio a chiunque desideri  immergersi in un’atmosfera autentica dove i bambini giocano in tarda serata nelle strade e in piazza, la gente si aggrega intorno ai tavoli dalle colorate le sedie di paglia chiacchierando in dialetto e ti sorride cordialmente, e i panni stesi alle finestre e i vasi di fiori sparsi qua e là come in un quadro impressionista fanno da cornice a questo mondo che non è interessato né toccato dal turismo di massa.