Dov'è finita Audrey?
Audrey porta sempre grandi occhiali scuri...ma qualcosa in lei sta cambiando... riuscirà a guardarsi di nuovo negli occhi?  
Perché leggerlo…

con uno stile leggero, brioso perfino ironico, l’autrice affronta un tema di grande attualità nella nostra società, il bullismo, e lo fa con grande sensibilità e delicatezza.

Oddio, la mamma è impazzita.

Non mamma-pazza normale. Proprio pazza per davvero.

Mamma pazza normale: la mamma dice “Proviamo tutti questa fantastica dieta che ho trovato sul ‘Daily Mail’!” e compra tre filoni di pane senza glutine. È così disgustoso che ci viene da vomitare. La famiglia inizia a scioperare, la mamma seppellisce il suo sandwich in un’aiuola e la settimana dopo niente più dieta senza glutine. 

Questa è la mamma-pazza normale: Ma stavolta è proprio pazza pazza. …

Comincia così la scoperta di una famiglia “sopra le righe” con cui non ho fatto fatica a simpatizzare, una di quelle che mi piacerebbe davvero conoscere e con la quale entrerei sicuramente in amicizia! È proprio Audrey a presentarcela attraverso i suoi gli occhi e la sensibilità di un’adolescente che ha vissuto una terribile esperienza con cui deve fare i conti ogni giorno e che ha evidentemente sconvolto gli equilibri familiari. Le piccole manie e le abitudini di ogni personaggio ne delineano il carattere mostrandone, pagina dopo pagina, le diverse sfumature e gli atteggiamenti rispetto alle situazioni della vita; tutti si svelano sotto i nostri occhi nel corso della narrazione e spesso ci si ritrova a cambiare opinione sulla loro natura (proprio come accade nella vita quando siamo un pò frettolosi nel giudicare o lo abbiamo fatto senza conoscere troppi dettagli!). La madre “pazza-normale” o “davvero pazza” che protegge Audrey e che cerca di sottrarre il primo figlio dalla sua dipendenza al computer, il padre accomodante e apparentemente succube della moglie, il fratello maggiore appassionato di videogiochi, ironico e menefreghista, il fratellino di quattro anni fanatico di super eroi  e unico a poter vedere Audrey senza occhiali scuri e, lei, la quattordicenne  intelligente e che usa l’autoironia anche per comprendere se stessa, che si esprime attraverso termini come cervello-lucertola e analizza la sua situazione cercando di capire la maniera di superare il suo trauma “La verità è che se non comunichi mai con nessuno, per niente, perdi la capacità di farlo” 

L’importanza della comunicazione per affrontare i problemi e per combattere la depressione è un altro aspetto su cui viene spesso posta l’attenzione, e che mi è piaciuto del libro. 

L’episodio di bullismo subito da Audrey aleggia per tutto il libro ma non viene mai descritto, ciò su cui si pone l’accento sono piuttosto le conseguenze che esso ha comportato condizionando ogni membro della famiglia e del viaggio verso la serenità della ragazzina. 

La Kinsella ha saputo ben rappresentare i rapporti familiari (genitori-figli, fratelli-sorelle, marito-moglie), le dinamiche tra scuola e adolescenti, scuola e famiglie, l’importanza dei supporti psicologici difronte alla depressione, i primi innamoramenti, i legami di amicizia perfino raccontare i pericoli della dipendenza dei giovani ai videogiochi. Ho trovato tutte queste tematiche amalgamate armonicamente nella storia che non risulta mai pesante ma che, al contrario, attraverso situazioni esilaranti e le risate inducono alla riflessione. Non voglio svelarvi altro ma garantisco un romanzo pieno di risate, di tenerezza, perfino di colpi di scena che saprà conquistarvi. Da leggere anche nelle scuole (i miei alunni del nostro Club del libro lo hanno adorato!)

Non lasciatevi ingannare dalla copertina e dal layout delle pagine… Dov’è finita Audrey non è solo un romanzo per ragazzi e giovani adulti ma anche per genitori, insegnanti e educatori in generale. 

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